La cucina angolare è certamente tra le versioni delle componibili più popolari. La sua progettazione richiede però alcune accortezze che è bene tenere a mente quando si arreda la propria casa.

Le due pareti “a elle”

Innanzitutto, occorre conoscere esattamente lo spazio a disposizione tramite un rilievo esatto delle misure delle due pareti e avendo cura di verificare che l’angolo dove poggerà la cucina è esattamente “in squadra”. Per fare questo basta possedere una squadra sufficientemente grande (l’ideale sarebbe di almeno 60 cm) oppure una qualsiasi asse di legno abbastanza larga (ad esempio il ripiano di un mobile) di cui siamo certi dell’esattezza angolare. Una volta poggiata la squadra al muro sarà possibile sapere se l’angolo in questione “apre” (ovvero misura più di 90°) oppure “chiude”, verificando semplicemente se le pareti aderiscono più o meno precisamente ai lati della squadra.

Per ottenere la gradazione dell’angolo è sufficiente misurare la lunghezza della squadra e la distanza che si può presentare fra la parete e uno dei due lati del nostro strumento. Con questi dati sarà possibile, tramite la formula del teorema di Pitagora, conoscere in maniera piuttosto esatta la gradazione del nostro angolo così da poter procedere a una progettazione più esatta. Le regole del Teorema permettono di ricavare la gradazione misurando i due lati delle pareti e la relativa diagonale.

La progettazione della cucina “a elle”

Una volta riportato in scala su un foglio il rilievo delle pareti e dell’angolo che si desidera arredare, è indispensabile conoscere la posizione degli attacchi a muro, se già presenti. Gli attacchi a muro della cucina comprendono quelli dell’acqua, del gas e del tubo di sfiato della cappa. Dopo questo passaggio, sarà possibile iniziare la vera e propria progettazione della nostra cucina angolare, la quale può prendere due strade differenti a seconda della presenza o meno degli attacchi a muro. Se questi ultimi dovranno essere posizionati insieme alla progettazione della cucina, il processo risulterà più semplice, in quanto gli attacchi seguiranno il progetto.

In entrambi i casi si comincia a progettare la cucina ad angolo posizionando sul disegno i mobili più ingombranti di ogni cucina, ossia la colonna del frigo e la colonna del forno. Questi sono elementi che a causa della loro grande dimensione necessitano di essere messi quasi sempre in posizione terminale, ovvero all’inizio o alla fine della composizione, in maniera che la loro profondità non interrompa il piano di lavoro.

Dopodiché si procede con il posizionamento del lavello. Nel caso siano già presenti gli attacchi a muro, si inizia col verificare la possibilità di collocare il lavello in corrispondenza dei suoi relativi punti fissi, ricordandosi che solitamente accanto a quest’ultimo elemento è bene lasciare anche lo spazio per la lavastoviglie.

Una volta individuato approssimativamente il luogo che sarà occupato dal lavello e dalla lavastoviglie, si procede allo stesso modo con il cercare la posizione più adatta al piano di cottura. Se il piano cottura è alimentato a gas, è opportuno che esso venga collocato il più possibile vicino al tubo di alimentazione presente nel muro. In questa operazione è fondamentale fare attenzione, non solo all’uscita del gas, ma anche al rubinetto di chiusura che si trova quasi sempre in sua prossimità. Le normative di sicurezza, infatti, vietano espressamente che un qualsiasi piano di cottura si trovi nelle immediate vicinanze di un rubinetto del gas posizionato a muro. Ciò significa che il nostro piano di cottura dovrà essere vicino all’uscita del gas, ma almeno a 30 cm dal relativo rubinetto di chiusura.

Nell’individuare la posizione più adatta del piano di cottura è altresì importante conoscere la collocazione di un eventuale tubo di sfiato della cappa. Quest’ultimo infatti non dovrà trovarsi troppo distante dai fuochi, sia per permettere un funzionamento ottimale dello sfiato, sia per evitare la presenza di un tubo di collegamento troppo lungo e invadente, che risulterebbe particolarmente antiestetico.

Il triangolo funzionale

Nel caso in cui si abbia la fortuna di poter ideare una cucina angolare prima che siano predisposti i suoi attacchi a muro, la sua progettazione sarà più semplice. In questa situazione, infatti, si ha la possibilità di mettere i vari elementi della cucina nella posizione ottimale, senza doversi preoccupare di rispettare dei vincoli fisici.

Il concetto più importante da seguire è il famoso “triangolo funzionale”, il cui principio si basa sul movimento che una qualsiasi persona in cucina è portata a fare durante la preparazione dei cibi. Per ottenere ciò si individuano essenzialmente tre zone funzionali, ossia quella del lavaggio (zona lavello e lavastoviglie), quella della cottura (piano di cottura e forno) e quella della conservazione (ovvero la zona di frigo e dispensa). Queste tre zone funzionali verranno disposte in modo tale da formare gli estremi del triangolo, mentre sui lati verranno collocate le vie di passaggio.

In una cucina angolare di dimensioni regolari questo concetto si concretizza quasi sempre nel posizionamento da un lato di piano di cottura, forno e frigorifero, mentre dal lato adiacente nella collocazione di lavello e lavastoviglie.

Il piano di lavoro nella cucina “a elle”

Uno dei maggiori vantaggi della cucina angolare è che le sue zone funzionali possono essere disposte in modo da non creare intralci e sovrapposizioni. Per poter far questo è necessario possedere un piano di lavoro sufficientemente ampio da ospitare i vari accessori ed elettrodomestici per garantirne un comodo utilizzo. Considerando le zone di lavaggio, cottura e conservazione, che occupano ciascuna circa 120 cm, è facile calcolare che una cucina angolare degna di questo nome deve avere una dimensione di almeno 240 cm da ogni lato. Con questa misura sarà possibile contare su di un piano di appoggio libero abbastanza ampio per la preparazione dei cibi e che permetta di ottenere quel triangolo funzionale ideale che ogni cucina dovrebbe contenere al suo interno.

Un discorso a parte lo merita il top che ricopre la zona dell’angolo. La sua posizione, interposta fra due basi profonde anche 60 cm, lo rende piuttosto scomodo. Questo spazio deve essere utilizzato principalmente come piano di appoggio e non come un vero e proprio piano di lavoro. Ad esempio, è il luogo ideale per tenere i piccoli elettrodomestici, come la Tv o tutti quei piccoli accessori di uso quotidiano che necessitano di essere sempre a disposizione e che non conviene tenere chiusi in uno stipetto.

Il mobile ad angolo della cucina: il suo uso ottimale

Pena e letizia di ogni modello di cucina componibile, il mobile ad angolo può rappresentare una vera opportunità se ben progettato. Gli angoli delle cucine sono da sempre un problema per i progettisti e per gli utilizzatori perché il loro sfruttamento è reso difficoltoso dalla profondità dei mobili (ben 60 o 65 cm), che impediscono di raggiungere facilmente gli oggetti che si trovano al fondo.

Per risolvere, in parte, questo fastidioso impedimento viene inserito un ripiano che, sfruttando l’intera lunghezza del mobile, permette di posizionare gli oggetti su due piani distinti soprammessi. Tuttavia, gli oggetti posti dietro, cioè più vicino alla parete retrostante, sono inarrivabili senza rimuovere le cose che vi sono davanti.

Per ovviare a questo problema sono disponibili diverse soluzioni che prevedono dei meccanismi estraibili abbastanza complessi, e per questo molto più costosi. La soluzione più comune permette l’estrazione di due ripiani fatti a forma di “fagiolo”, che facilitano l’accesso agli oggetti retrostanti. Invece, la soluzione più efficiente e complessa prevede un robusto meccanismo estraibile che, attraverso un sistema di leveraggi, porta avanti con una coppia di cestelli gli oggetti posizionati nell’angolo altrimenti inaccessibile del mobile.

Alcuni trucchi per una cucina ad angolo “complessa”

Ci sono situazioni in cui la disposizione classica della cucina angolare non è sufficiente a risolvere i problemi di spazio o le esigenze di utilizzo. In questi casi ci possono venire in aiuto alcuni elementi che i progettisti utilizzano proprio per facilitare le situazioni più complesse.

Il più comune riguarda l’uso del lavello ad angolo, un tipo di accessorio molto particolare che nasce espressamente per racchiudere in un solo elemento due diverse zone funzionali, ossia quella dell’angolo e quella della zona lavaggio. Questo elemento permette di posizionare le vasche del lavello proprio sopra il mobile ad angolo in modo da ridurre notevolmente lo spazio occupato da questi due componibili. Il suo uso è particolarmente adatto in quelle cucine in cui il problema principale è proprio la mancanza di un piano lavoro, in quanto questa soluzione riesce a contenere entrambe le funzioni in un mobile di soli 90 x 90 cm.

Allo stesso scopo è possibile inserire nell’angolo anche il piano di cottura. Per far questo può essere sufficiente inserire diagonalmente un normale elettrodomestico di forma rettangolare (il piano di cottura standard a quattro fuochi che misura circa 50 x 56 cm), oppure optare per dei piani di cottura speciali che, proprio come i lavelli ad angolo, possiedono una forma ad “elle”, utili dove è difficile posizionare i fuochi nella loro posizione consueta.

Un altro sistema che può risultare molto utile nella progettazione di cucine ad angolo prevede l’uso delle colonne dispensa angolari. Si tratta di mobili che con la loro ampia misura possono da un lato facilitare l’uso dell’angolo e dall’altro permettere la progettazione di zone cucina interamente attrezzate con delle colonne, in modo da formare delle vere e proprie pareti componibili. La forma più comune di questo sistema è infatti quella che contempla l’accostamento di colonna frigo, colonna forno e colonna dispensa angolare al fine di formare un volume unico dall’aspetto solido e imponente, nonché dotato di una impareggiabile capienza.

L’illuminazione della cucina angolare

L’illuminazione gioca un ruolo particolarmente importante nella progettazione di una cucina angolare. Questa conformazione, infatti, crea delle zone buie proprio negli angoli. Inoltre, la luce naturale diurna e quella artificiale di tipo ambientale non sono quasi mai sufficienti a illuminare completamente queste zone.

Proprio per questo motivo risulta fondamentale progettare un’illuminazione che sia specificatamente dedicata a questa parte della stanza, sia per ciò che concerne il piano di lavoro, che l’interno dei mobili. Per fare questo la tipologia di luce che risulta più adatta e versatile è la striscia led. Attraverso queste sottili lame di luce è possibile illuminare delle ampie zone della cucina, migliorandone molto la funzionalità e creando quell’atmosfera chiara e piacevole che altrimenti sarebbe offuscata dalla scarsa luminosità che si crea in ogni angolo.

Insomma, arredare una cucina ad angolo richiede pianificazione e attenzione ai dettagli, ma può risultare incredibilmente gratificante. Sfruttare al massimo lo spazio disponibile, scegliere mobili e materiali di qualità e aggiungere il proprio tocco personale potrà trasformare una cucina ad angolo in un ambiente funzionale e bello da vivere.

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